George Herbert quinto, conte di Carnarvon era un giovane aristocratico, sportivo, collezionista d’arte, appassionato di cavalli, fanatico di automobili e soprattutto molto ricco. Dopo un grave incidente automobilistico, in seguito al quale riportò gravi lesioni anche alle vie respiratorie, decise - come era abitudine tra l’aristocrazia debilitata - di svernare nei paesi caldi e la sua scelta cadde sulla terra dei faraoni, su Luxor, dove si svegliò il suo interesse per l’archeologia. Nonostante fosse privo di esperienza, ottenne nel 1907 una licenza di scavo per la "Valle dei Re" dall’allora Direttore alle Antichità dell’Egitto, Maspero, che però gli affiancò un giovane archeologo, Howard Carter. La "Valle dei Re" sembrava esaurita per quanto riguardava gli scavi e così il sodalizio Carter-Carnarvon portò a scarsi, anche se importanti ritrovamenti: la tomba di Amenofi I ed una stele che raccontava, in forma epica, la guerra di liberazione di Kamoses contro gli hyksos, chiamata poi "Tavoletta di Carnarvon". Sfiduciato, Carnarvon se ne tornò per lunghi periodi in Inghilterra, limitandosi a finanziare le imprese di Carter. All’annuncio della scoperta della tomba di Tutankhamon, si precipitò in Egitto, dove giunse il 23 novembre del 1922. Carnarvon mancò anche all’appuntamento dell’apertura del sarcofago di Tutankhamon nel 1924: era morto in seguito ad una velenosa puntura di insetto.